La Fase 2 cambia le abitudini quotidiane: ecco cosa comporta

La Fase 2 dell’emergenza sanitaria del Coronavirus, cambia le abitudini quotidiane delle persone, o meglio, sarebbe più corretto dire che ormai queste ultime sono cambiate già da quando è iniziato il lockdown causato dal virus.

In particolare, però, proprio nella Fase 2 del periodo post emergenza, sono state effettuate numerose riaperture e quindi si dovrebbe riprendere il normale ritmo lavorativo e di vita.

In realtà di “normale” c’è poco, anche perché tutta la popolazione italiana si sta abituando a nuove routine e mette in atto nuove regole, sempre più radicate nella vita quotidiana.

Oltre al distanziamento sociale, ci sono bar, locali e ristoranti che sono in continua lotta per cercare di interpretare le confusionarie decisioni indicate dal Decreto, aggiornato per l’ennesima volta.

Oltre a questo, anche gli stessi clienti sono in gran confusione, anche perché i negozi aprono tutti a orari diversi, ma non solo.

Quali sono le conseguenze del cambio di abitudini

La Fase 2 ha pertanto cambiato le abitudini perché, nonostante ormai siano state stabilite da parte del Governo le riaperture di quasi tutte le attività lavorative e di quasi tutti gli ambiti, tuttavia, non si è ancora tornati al tipo di vita che c’era prima che venisse comunicata la presenza del Coronavirus.

Sono infatti ancora vietati gli assembramenti, così come sono vietate le feste, riunioni, buffet, happy hours, ma non solo.

È vietato anche sedersi in gruppo ad uno stesso tavolo o in due su una stessa panchina, a meno che non si tratti di familiari o coniugi.

Le abitudini sono senza dubbio cambiate, nella Fase 2, o meglio nella cosiddetta “seconda fase della Fase 2”, come è stata soprannominata, iniziata dal 18 maggio 2020.

Da questa data il Governo ha stabilito di eliminare le autocertificazioni, documentazioni che servivano a giustificare gli spostamenti all’interno del territorio italiano.

Ora invece, se si è nella stessa regione, ci si può muovere di nuovo liberamente, ma questo non ha certamente riportato le abitudini allo stesso stato in cui erano prima del Covid-19.

Ad essere cambiato è il fatto che si deve portare la mascherina obbligatoriamente nei luoghi chiusi e possibilmente anche all’aperto, indossare i guanti, essere distanziati almeno un metro e attenersi a tutte quelle precauzioni di igiene che hanno quindi cambiato la vita quotidiana.

La confusione generata dai decreti

Tutte le decisioni del Governo, le quali addirittura cambiano da regione a regione, se si considera che in alcune zone è obbligatoria la mascherina anche all’aperto, ma in altre solo al chiuso, hanno generato confusione.

Cambia da regione a regione persino il fatto di mantenere chiusi alcuni negozi e non solo.

Anche gli orari degli esercizi commerciali sono diversi, persino all’interno di una stessa zona.

Per non creare assembramenti, infatti, è stato deciso che alcuni negozi, come quelli di abbigliamento o di elettronica, siano aperti dalle 11 in poi, mentre altri, come bar, possano aprire anche dall’alba.

Tutte queste misure, queste regole, questi limiti e soprattutto queste abitudini, nonché anche i continui aggiornamenti dei Decreti hanno generato confusione, tanto che sono numerosi i proprietari di locali che non hanno ancora modo di mettere in pratica certi provvedimenti oppure ancora non sanno a che ora devono aprire o addirittura quando.

Senza dubbio, il Coronavirus ha cambiato le abitudini di tutti.