é possibile fare l’ipnosi regressiva alle vite precedenti?

L’ipnosi è da sempre stata considerata una materia di studi sia da cui star lontani sia da tener a mente a causa degli effetti che essa aveva sulle persone.

L’ipnosi, come la si intende scientificamente, consiste in un processo di astrazione della mente umana ove questa si concentra su di un particolare avvenimento oppure nel fare una particolare azione, come ad esempio leggere o ascoltare la musica.

Vi è poi un’altra definizione di ipnosi, conosciuta colletivamente, anche se in modo errato, ciò quella di poter controllare attraverso gesti e specifici atti delle persone, facendole cadere in uno stato di trance.

Quest’ultimo è un particolare stato della mente umana, un pò come il sonnambulismo, ove la persona in sè non ha coscienza di ciò che fa o di come si comporta, ma semplicemente compie azioni o sotto indicazione di qualcuno, oppure perchè esse sono espresse liberamente dalla persona stessa.

Questo perchè nella quotidianità ogni persona mantiene un certo rigore comportamentale, sia a lavoro sia a casa, nel senso che, ad esempio, non si mette a inveire contro delle persone per strada a casaccio.

Durante lo stato di trance invece questo rigore, che una persona impara e si autoimpone durante la crescità, viene messo da parte per fare spazio a ciò che realmente la persona vuole compiere in quel momento.

Di per sè l’ipnosi risulta essere una materia scientifica e pertanto studiabile su precise regole, ma anche essa, cosi come altre materie, si divide in sottobranche che tuttavia non posseggono lo stesso rigore della materia originale.

Un esempio pratico consiste nell’ipnosi regressiva.

Cos’è l’ipnosi regressiva?

L’ipnosi regressiva è una branca dell’ipnosi, considerata unanimamente pseudoscientifica, in quanto non si è ancora riuscito a dimostrare se essa si basi realmente su base scientifica.

Essa si presuppone l’obbiettivo di riportare alla mente della persona in trance dei ricordi particolarmente dolorosi, che sono stati rimossi dall’inconscio come mezzo di autodifesa della persona.

In linea teorica la persona dovrebbe tornare allo stato in cui quegli avvenimenti sono appena accaduti e di conseguenza si creerà un disordine psicologico all’interno della persona stessa.

Vi è un punto però che risulta un pò ostico per tutti: gran parte delle volte i ricordi che emergono da questo processo sono in realtà fittizi, in quanto si basano o sulla fantasia della persona, che pensando di ricordare interpreta quelle visioni come se fossero stati reali avvenimenti, o su ciò che viene riferito dal terapeuta.
Il terapeuta infatti deve avere il compito di fare da ponte di collegamento tra la persona e l’ambiente circostante, in modo che, in caso di pericolo, egli possa annullare subito la terapia.

Come arrivare all’ipnosi regressiva?

Siccome l’obbiettivo della terapia è quello di riportare alla mente ricordi potenzialmente rimossi, il paziente deve trovarsi in una situazione psico-fisica particolare.

Prima di tutto si parte dallo stato fisico: il paziente deve trovarsi in uno stato di dormiveglia dove, mediante alcune suggestioni avvenute in precedenza da sè stesso o dal terapeuta, è pronto per affrontare l’argomento dimenticato.

In secondo luogo si considera lo stato dell’ambiente circostante: qui infatti vi deve essere presenza di canzoni di sottofondi, di profumi oppure di oggetti che al tatto possono riportare alla mente ricordi passati.
Questo perchè i sensi sono un ottimo stimolo per la mente umana che, senza limiti autoimposti, lavora molto più serenamente sulle richieste che arrivano.

Secondo alcuni è possibile prendere coscienza di ricordi scavando nel profondo dell’insconscio e cercare una serie di avvenimenti avvenuti lontano nel tempo, fino ad arrivare ad esempio al periodo infantile, anche se spesso questi risultano non del tutto veritieri.

Esiste poi un altro ramo dell’ipnosi regressiva che punta ad riportare alla luce ricordi cosi vecchi, da appartenere addirittura a vite precedenti sempre utilizzando i procedimenti sopra descritti e magari riportando la persona anche in luoghi particolari conosciuti nella presunta vita precedente.

Tutto ciò però non fonda su basi scientifiche e di conseguenza è aperto tutt’oggi un dibattito tra chi, praticandolo, nota dei risultati effettivi, e chi invece parla di concetti ipnotici come se fossero una questione metaficisa e quindi non dimostrabile.

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