Come il linguaggio del corpo influenza un colloquio

Ormai è noto a tutti quanto la comunicazione non verbale condizioni tanti aspetti della nostra vita, dal rapportarsi con amici, a nuove conoscenze, fino al mondo del lavoro.

Sarà capitato a tutti, almeno una volta di essere impacciati e in ansia nei primi giorni di lavoro o, prima ancora, durante il colloquio di lavoro.

Grazie agli studi effettuati da diversi psicologi riguardo il linguaggio del corpo, oggi siamo qui per dare dei consigli sugli atteggiamenti da tenere prima e durante un colloquio di lavoro e quelli da evitare ad ogni costo per non dimostrarsi insicuri.

Un primo aiuto può esser dato da un semplice esercizio spiegato da Amy Cuddy (psicologa sociale oltre che docente presso la Business School di Harvard), in passato utilizzato anche da lei per superare alcuni traumi infantili.

Il nostro modo di pensare condiziona la maggior parte delle volte i nostri atteggiamenti e ciò che riusciamo ad esprimere con il nostro corpo. 

Ciò che emerge da alcuni studi è come possa accadere anche il contrario, i comportamenti e il linguaggio non verbale che condizionano la mente e il modo di pensare.

È sulla base di questi studi che prende vita l’esercizio della psicologa sociale Amy Cuddy, ma procediamo con ordine.

Il linguaggio e gli atteggiamenti assunti dal corpo sono un qualcosa da sempre presente in noi fin dall’antichità ed è un qualcosa che, se pensiamo al mondo animale, noteremo come sia ancora viva e chiara ai nostri occhi.

Il capobranco di un gruppo assumerà sempre una posizione dominante sui suoi compagni. 

Allo stesso modo, all’interno di un gruppo sociale, ci sarà sicuramente quella persona che mostrerà questo aspetto quasi primordiale e animalesco. Alcuni atteggiamenti visibili sono la testa rigorosamente alta e il petto all’infuori per rappresentare il potere che ha sull’intero gruppo.

Invece, chi si sente più debole e schiacciato dagli altri tenderà sempre a chiudersi nel suo guscio con atteggiamenti come incrociare le braccia, accavallare le gambe che vanno a definire una posizione di protezione/ difesa piuttosto che di controllo sul gruppo.

Eccoci arrivati all’esercizio, visto che in un colloquio di lavoro la fa da padrone l’ansia e le insicurezze (nella maggior parte dei casi), uno stratagemma da utilizzare per superare questa condizione sarebbe quello di assumere una postura dominante, anche se utilizzata per due minuti prima del colloquio, permetterà di liberare più testosterone e diminuirà lo stress che state accumulando in quel momento.

Al posto di attendere il proprio turno ripetendo il vostro discorso o cercando di tranquillizzarvi, potrete effettuare questo esercizio.

In questo modo, il corpo avrà la meglio sulla mente anche se solo per qualche minuto, ma basterà a presentarvi al colloquio con maggior sicurezza.

Questa sicurezza durerà molto meno se non vi dimostrerete bravi nell’interiorizzarla e farla vostra, infatti questa sensazione di “forza” e di controllo sulla situazione, verrà sostituita velocemente da una sensazione di disagio e di diversità, come se quella posa volesse rappresentare ciò che non siete nella realtà.

Una comunicazione non verbale può essere molto agevolata da altri piccoli tips che adesso vi dirò:

Se prima del colloquio potrete aiutarvi con questo esercizio, durante il colloquio chi avete dall’altra parte darà molta importanza a come vi presentate e, più nello specifico, a come si mettono le mani e come avviene la stretta di mano. 

Quest’ultima non dovrà essere né tanto forte da stritolare la mano di chi abbiamo dall’altra parte, né così debole da mostrare insicurezza di fronte all’interlocutore, una via di mezzo!

Durante tutto il colloquio, bisognerà ricordarsi inoltre di mantenere un contatto visivo diretto con chi abbiamo dall’altra parte e, nonostante sia utile per gestire l’ansia, non gesticolate troppo! Gesticolare eccessivamente è ritenuta un’azione ansiogena e non di controllo come dicono in tanti.

Il consiglio per prepararsi al meglio, così come spiega anche Cuddy, è di non concentrarsi esclusivamente sull’andamento del colloquio o sulle competenze da presentare (che restano uno dei primi aspetti da approfondire), ma pensare a fare vostri questi atteggiamenti da persona “forte” che vi porranno su un altro piano rispetto ad altri candidati in delle selezioni per il personale.

L’altro aspetto che vi darà sicurezza saranno sicuramente le competenze, se da una parte un semplice esercizio di breve durata può aiutare delle persone più deboli a superare la timidezza durante un colloquio, le competenze richiedono uno studio di mesi o anni a seconda del settore di riferimento. 

Se, ad esempio, un’azienda meccanica richiedesse una figura in grado di progettare con programmi CAD, aver conseguito una laurea in progettazione o aver seguito un Corso Inventor, saranno di gran lunga più utili rispetto ad una comunicazione non verbale ottima.

Ricapitolando, il linguaggio del corpo può essere l’arma a vostro vantaggio se già avete un curriculum di tutto rispetto per quella candidatura, in percentuale:

  • Le competenze, l’aspetto fisico, i percorsi di studio, influenzano del 55% la riuscita di un buon colloquio;
  • Il restante 45% sarà dato anche dalla comunicazione non verbale e, di conseguenza, dall’atteggiamento che dimostri in una situazione lavorativa.