Spesa alimentare, meglio il supermercato dell’online

Non decollano le piattaforme di ecommerce legate ai marchi della grande distribuzione alimentare. Gli italiani continuano a preferire il carrello vero a quello virtuale. È quanto emerge da una recente rilevazione effettuata dal centro studi di Mediobanca.

Food & grocery meglio al supermercato

Gli acquisti on line del settore food and grocery, in Italia, non decollano e pesano molto poco sugli acquisti in modalità ecommerce. Lo evidenzia Mediobanca in uno studio recente che quantifica nello 0,5 per cento il contributo di questo comparto agli acquisti on line degli italiani.

Le vendite nel dettaglio

Guardando ai grandi marchi, per esempio, i dati non sono particolarmente positivi per l’ecommerce. Nel 2016, secondo lo studio, Esselunga ha dichiarato vendite su Internet per 158 milioni (2,1 per cento del fatturato), Coop Alleanza 3.0 è appena allo 0,03 per cento. Ma l’attività è ancora poco documentata e mostra qualche timido segnale di crescita. Questo, però, vuol dire che i supermercati devono prestare grande attenzione all’allestimento dei propri scaffali e non possono farsi trovare impreparati perché i consumatori italiani sono ancora molto affezionati al luogo fisico dove fare la spesa. Per l’allestimento e il rifornimento è, quindi, indispensabile dotarsi delle attrezzature migliori che permettono di massimizzare i risultati con il minimo dello sforzo e del tempo, come il carrello saliscale proposto da Giffi Market.

I dati dello studio

Dieci i marchi presi in considerazione dal centro studi R&S Mediobanca per l’analisi di un comparto che in Italia mostra percentuali di diffusione lontane dalla media europea. L’e-commerce food in Italia nel 2016 ha fatto sì crescere una imponente crescita sull’anno precedente (+35 per cento per un valore di 593 milioni di euro) ma rimane un fenomeno con importanti chiaroscuri. Le previsioni di crescita del comparto parlano di oltre 800 milioni nel 2017 con un incremento del 37 per cento. In Italia il tasso di penetrazione degli acquisti on line relativi ai prodotti alimentari sull’intero ecommerce raggiungono lo 0,5 per cento. Nel Regno Unito la percentuale raggiunge l’8 per cento, in Francia il 6 per cento, in Germania e negli Stati Uniti il 2 per cento. Quanto si spende? In media circa 500 euro all’anno, cifra lontana dai 1.850 euro spesi in Francia.

Chi vende?

Si acquista soprattutto su piattaforme legate ai grandi marchi della grande distribuzione organizzata. Ma, soprattutto nel resto del mondo, si stanno affermando anche attori diversi, tra questi: Prime Now di Amazon, Supermercato24 e altri. La Gdo si sta anche organizzando con servizi sempre nuovi per restare competitiva. Si pensi, ad esempio, consegna della spesa presso l’abitazione (la formula prevalente) o il ritiro della spesa da parte del consumatore presso i punti di vendita (Click&collect). Lo studio rivela che tra gli operatori internazionali l’incidenza dell’e-commerce risulta intorno al 4-5 per cento del fatturato totale. In Italia i dati sono ben diversi, si pensi che Esselunga ha dichiarato vendite online nel 2016 per 158 milioni (2,1 per cento del fatturato). La principale cooperativa di consumo italiana, Coop Alleanza 3.0, arriva appena allo 0,03 per cento delle vendite

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